Il Rapporto "Sussidiarietà e... governo delle infrastrutture", presentato a Roma il 7 novembre, con la partecipazione del ministro Raffaele Fitto e dell'ex ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, affronta un tema decisivo per la vita del Paese, per quanto l'Italia investa sulle infrastrutture di rete meno dei principali Paesi europei.
Il Rapporto ha l’obiettivo di verificare quanto “l’approccio sussidiario sia utile a cambiare contenuto e metodo dello sviluppo sostenibile di un Paese”, come si legge nell'introduzione firmata dai curatori (Paola Garrone, Alfredo Marra, Marco Ricotti, Lanfranco Senn, Roberto Zucchetti).
La cultura della sussidiarietà, infatti, introduce una dimensione di “responsabilità diffusa” nei confronti del bene comune e per questo può essere considerata un fattore di metodo determinante nel governo e nella governance dell’infrastrutturazione, mettendo al centro il dialogo costruttivo tra comunità locali e amministrazioni centrali.
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VITTADINI: APPROCCIO SUSSIDIARIO
"L’investimento in infrastrutture di qualità e nella loro gestione deve fare i conti con problemi quali la sostenibilità, il consumo di suolo e il coinvolgimento delle realtà locali", osserva Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, “ma bisogna superare la contrapposizione tra Stato centrale, amministrazioni locali e società civile e perseguire una vera cultura della sussidiarietà che consiste nel dialogo continuo tra diversi livelli di governo e di questi con la società civile”. In sintesi, aggiunge Vittadini, "per raggiungere obiettivi che interessano il bene comune, le reti di cui ha bisogno l'Italia devono essere realizzate, pensando a una prospettiva di lungo periodo, e coinvolgendo i territori e i corpi intermedi”.
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Il Rapporto si articola in quattro sezioni
PRIMA SEZIONE
Viene proposto un quadro quantitativo delle problematiche infra-strutturali relative ai settori della mobilità, dell’energia, delle risorse idriche e delle telecomunicazioni. Attraverso elaborazioni innovative dei dati quantitativi esistenti, si documentano i due aspetti “al cuore” del Rapporto:
a) la varietà dei bisogni, assai differenziati nel Paese e, quindi, da affrontare “stando vicini” alle comunità locali che li esprimono (sussidiarietà);
b) la necessità di gestire in modo efficiente, efficace ed equo il processo di infrastrutturazione (governo e governance delle infrastrutture).
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SECONDA SEZIONE
È dedicata al quadro giuridico e istituzionale e affronta alcune tematiche “trasversali” che riguardano gli scopi a cui si vorrebbe che le norme fossero destinate per consentire un approccio “sussidiario” alla governabilità delle infrastrutture:
a) sviluppo, sicurezza e competitività del Paese;
b) ciclo della programmazione, progettazione, realizzazione e gestione delle infrastrutture;
c) problema dell’accesso equo ed efficace alle infrastrutture;
d) problema della gestione delle infrastrutture e dei servizi che esse consentono.
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TERZA SEZIONE
Vengono affrontati i principali nodi decisionali del governo delle infrastrutture:
a) partecipazione alle decisioni e le sue procedure;
b) il tema della “manutenzione”, così spesso trascurato
c) un esempio di infrastrutturazione digitale a servizio capillare – e quindi equo – dei cittadini e delle imprese;
d) misurazione dei benefici dell’infrastrutturazione (non ridotti a costi e tempi)
e) importanza di una valutazione economico-sociale delle politiche infrastrutturali
f) modalità e problemi del finanziamento delle infrastrutture;
g) necessità di una formazione e di competenze da parte di chi governa le infrastrutture;
h) il tema della sostenibilità economica, sociale e ambientale delle politiche infrastrutturali.
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QUARTA SEZIONE
Esperienze operative ed emblematiche raccontate da alcuni partner della Fondazione per la Sussidiarietà, che documentano come sia attuabile un governo delle infrastrutture improntato ai principi e alla “prassi” della sussidiarietà.
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NOTA CONCLUSIVA
È dedicata ad alcune indicazioni propositive, che derivano in modo sintetico dai principali risultati emersi nel corso della redazione del Rapporto.
LE PRESENTAZIONI
Roma, con Raffaele Fitto e Graziano Delrio
Milano, con Paola De Micheli, Maurizio Lupi e Matteo Salvini
Catania, con Enrico Trantino e Claudio Sammartino
Pesaro, con Francesco Aquaroli e Lucia Albano
Bologna, con Galeazzo Bignami e Stefano Bonaccini
Milano, con Carlo Borgomeo e Raffaele Catttaneo
Napoli, con Lucia Albano e Gaetano Manfredi
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