Tre obiettivi europei indisgiungibili. La decarbonizzazione richiede anche l'integrazione dei vettori energetici, quindi il passaggio dal silos alla rete. E forme sussidiarie di gestione come le comunità energetiche
Seconda puntata della serie di brevi presentazioni dei contenuti salienti
del Rapporto sulla Sussidiarietà 2023
IL TRILEMMA EUROPEO
L'energia è di rilevanza cruciale per le società moderne e le loro economie. La riprova recente. Quanto sia cruciale è stato clamorosamente confermato anche dalle gravi crisi che dalla pandemia del 2020-2021 alla guerra in Ucraina hanno interessato il mercato soprattutto, ma non solo, del gas. Prende le mosse da queste considerazioni lo studio di Guido Bortoni e Marco Ricotti, "L'energia e le sue infrastrutture", contenuto nel Rapporto 2023 della Fondazione, "Sussidiarietà e governo delle infrastrutture" (pp. 45-67).
All'energia non si può rinunciare ma oggi occorre agire contemporaneamente su tre versanti: quello della decarbonizzazione, quello della sicurezza degli approvvigionamenti e quello dell'accessibilità dei prezzi sul mercato. Così formulato, è quello che gli autori chiamano "il trilemma europeo".
Articolo di Giorgio Vittadini sul quotidiano "Il Sole 24 Ore"
Infrastrutture. Pnrr, occasione
per una nuova governance
DAL SILOS ALLA RETE
La tesi sostenuta è che il futuro dell'energia dovrà comportare una sempre maggiore integrazione tra i vettori energetici. Come gas, elettricità, idrogeno. "Dall’origine dei sistemi energia – affermano i due autori - i vettori sono stati organizzati a silos o in guisa lineare [...] nel senso che tale forma di energia utile universale collegava bilateralmente e verticalmente una singola tipologia di fonte con un comparto di uso finale attraverso un suo vettore specifico.
Senza costruire il consenso
le infrastrutture restano al palo
Dal 2020 in poi è emerso a livello di UE il concetto Energy System Integration che promuove invece la multilateralità dei vettori, prevedendo la possibilità di trasformare vettore in vettore attraverso infrastrutture di conversione delle varie forme di energia utile, al fine di collegare potenzialmente tutte le fonti con tutti gli usi finali tramite tutti i vettori e di mettere così a fattor comune le varie sinergie che erano rimaste sino ad allora isolate. Cioè un assetto a rete piuttosto che una configurazione a silos".
Questo tipo di organizzazione a rete è destinato a permettere razionalizzazione e risparmio energetico, ma anche "sicurezza degli approvvigionamenti e della sicurezza di funzionamento tout-court".
SOSTENIBILITÀ: OCCORRE REALISMO
Lo studio analizza molto estesamente e nel dettaglio la situazione delle infrastrutture materiali necessarie per trasporto, stoccaggio e distribuzione di gas ed elettricità. Soprattutto l'analisi si concentra sulla imponente e complessa rete del gas (compresi i rigassificatori) e sul suo sistema di governo e di controllo. Per ribadire, nelle conclusioni, che "in campo energetico non è realistico pensare a soluzioni avulse dalla contemporanea considerazione di tutti e tre i problemi – ambiente, sicurezza di approvvigionamento, competitività economica – e non del primo soltanto. In questa prospettiva, lo sviluppo di una adeguata infrastruttura di reti energetiche nazionali ed europee risulta decisivo.
Per l’ambiente: perché la decarbonizzazione richiederà la crescita di reti capillari sul territorio [...] Per la sicurezza dell’approvvigionamento: perché la certezza di disporre di adeguate risorse energetiche spingerà [...] a diversificare l’area geografica di provenienza della fonte. [...]
Infine, per la competitività economica: perché un benefico allargamento del mercato energetico europeo e nazionale, al fine di favorire la competizione e l’efficienza, passerà sia da una riforma delle stesse regole di mercato, come già pianificato dalla Commissione Europea, sia da un impegnativo incremento dei collegamenti infrastrutturali delle reti energetiche".
TRE DIREZIONI DI CRESCITA
La crescita delle infrastrutture dovrà seguire tre direttrici di azione:
· nuove dorsali Sud-Nord in Italia, per consentire un adeguato sfruttamento delle nuove installazioni a fonte rinnovabile;
· nuove interconnessioni Italia-Francia, Italia-Tunisia e Italia-Grecia, per consentire un più adeguato export nei periodi di eccesso di produzione da rinnovabili ma anche un idoneo import nei periodi di necessità;
· nuovi gasdotti Africa del Nord-Italia, per incrementare l’import di gas naturale e in futuro possibilmente anche di idrogeno prodotto da rinnovabili
COMUNITÀ ENERGETICHE
La gestione di tale infrastruttura di reti ma soprattutto la guida verso il suo sviluppo e la sua evoluzione, può certamente essere svolta con spirito sussidiario. In particolare, attraverso una sussidiarietà orizzontale, intesa quale partecipazione al soddisfacimento del bisogno energetico da parte delle organizzazioni intermedie e delle comunità locali. Ad esempio attraverso lo sviluppo e la diffusione delle “comunità energetiche”.
E anche attraverso una sussidiarietà verticale, intesa come debita assunzione di responsabilità nel rispondere ai bisogni della comunità da parte del suo livello adeguato. E non è difficile scorgere nello Stato Nazionale e negli Organi Europei i principali attori protagonisti nelle iniziative di policy energetica, indispensabili per affrontare adeguatamente ed efficacemente i temi ambientali, di approvvigionamento e di competitività, che spesso presentano caratteristiche sovranazionali e geopolitiche.
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