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Scuola di formazione politica 2024 / III giornata

L'Europa è un bluff? Caracciolo:
via quel punto interrogativo

  • 15 MAR 2024
  • Lucio Caracciolo

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«Non è mai stato e non è un soggetto politico». Per il direttore di Limes la crisi dell'egemonia americana deve però spingere a prendersi responsabilità. La debolezza dell'Italia, paese di anziani

La terza giornata della Scuola di formazione politica "Conoscere per decidere" 2024 ha avuto come protagonista il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, autore di una relazione dal titolo provocatorio: "L'Europa è un bluff?". Caracciolo ha confidato che di quel punto interrogativo avrebbe fatto volentieri a meno: "L'Europa – ha detto – è un bluff, perché essa non è un soggetto politico per quanto si dica il contrario".

Ecco gli appunti della sua lezione (non rivisti dall'autore).

LA PRIMA IDEA DI EUROPA NEL CROLLO DEGLI IMPERI

L’idea di una Europa soggetto geopolitico nasce dopo la Prima guerra mondiale quando grandi potenze europee si dissolvono (l’impero tedesco, quello austro-ungarico, quello russo, quello ottomano). Il primo a parlare di Europa come soggetto politico è stato Richard Coudenhove-Kalergi, che scrisse il libro Pan-Europa – Un Grande Progetto per l’Europa Unita pubblicato nel 1923. L’idea alla base era che dopo la guerra le nazioni europee, per contare ancora qualcosa dovevano mettersi insieme, dal Portogallo alla Polonia incluse le loro colonie nel mondo.

Il movimento pan-europeo che nacque da quella analisi era in realtà una sorta di club, frequentato da finanzieri, alta borghesia, intellettuali e solo qualche politico, con una radice massonica ed elitaria di carattere azionista. Per questa ragione il progetto naufragò.

L'EUROPEISMO DELLA GUERRA FREDDA

L’europeismo che nasce invece dopo la fine della II Guerra Mondiale ha un’origine diversa, anche perché nasce dalla fine degli imperi coloniali. Il nuovo paradigma è dato dai due nuovi e unici imperi che adesso dominano il mondo, quello americano e quello russo. Personalmente sostengo che esista un forte nesso tra la nascita dell’europeismo e il contrasto americano alla Russia. Non è un caso che il blocco atlantico prenda il via con la nascita dell’Europa, perché gli Stati Uniti vollero creare un unico blocco Euroatlantico contro l’Unione sovietica. Le date infatti sono indicative: nel 1945 nasce il blocco europeo in funzione anti russa; nel 1947, viene ideato il Piano Marshall che deve ricostruire l’Europa, soprattutto economicamente ma anche militarmente; nel 1949 nasce infine la NATO, che è l’organizzazione militare americana-europea.

Un documento che noi di Limes abbiamo pubblicato rivela come il presidente americano Truman, incontrando i ministri degli esteri europei disse loro: “Abbiamo un nemico che si chiama comunismo dobbiamo metterci insieme per contrastarlo”.

La prima comunità europea nasce negli anni 50, con una forte impronta francese per tenere la Germania sotto controllo. Questo obiettivo fu perseguito fino alla riunificazione tedesca con l’approvazione dell’euro, ideato per eliminare il marco e contenere la Banca centrale tedesca. In sostanza, l’Europa che nasce si configura soprattutto come un prolungamento della Francia. I motivi per cui i paesi entrano nell’Unione europea diventeranno sempre di più motivi di convenienza, ad esempio la Polonia che vi entra per avere fondi economici e militari americani per difendersi dalla Russia.

Noi vi siamo entrati perché la Francia spinse per il nostro ingresso, dato che non ha mai considerato l’Italia una nazione compatta, ma faceva comodo avere una piattaforma verso l’Africa.

NON UN SOGGETTO POLITICO

Di fatto, a tutt’oggi nessuno sa cosa sia esattamente l’Europa e questo permette a chiunque di interpretarla come vuole e di allargarla non si sa fino a dove.

Ecco perché l’Europa è un bluff. Non c’è nulla di misterioso in questo. Basta pensare a come è nata per comprendere per quale ragione l’Europa non è mai diventata un vero soggetto politico. Quando qualche importante personalità viene in Europa non va mai a parlare con il presidente del Consiglio europeo o il presidente della Commissione, ma si reca direttamente dai singoli capi di Stato.

Il sistema europeo non può essere considerato un sistema democratico, perché non esiste un popolo europeo, non esiste nessun media europeo perché non si può parlare ai popoli come fossero una sola comunità. Non esiste una difesa unica. Sarebbe possibile solo con un disimpegno dell’America.

 

Europa e Alleanza atlantica
Il ruolo degli Stati Uniti

 

 

CRISI AMERICANA, TEMPO DI RESPONSABILITÀ

Tutta la diversità dell’Europa di oggi è resa ancor più difficile dalle guerre in corso e dalla crisi americana, che tra l’altro è una crisi identitaria. La crisi degli USA obbliga i paesi europei per la prima volta ad assumersi delle chiare responsabilità.

L’America ha costituito di fatto una fascia di paesi che va dalla Scandinavia alla Bulgaria, come fascia di difesa anti sovietica, ma non è questa la visione dei francesi, dei tedeschi e degli italiani. Inoltre ci sono i paesi più o meno neutrali come Svizzera e Austria, anche se con la guerra in Ucraina la Svizzera si è adeguata alle sanzioni occidentali contro la Russia. Al Sud abbiamo un paese atlantico non europeo, la Turchia, che viaggia per conto proprio con l’idea di ricostituire il vecchio impero ottomano. Poi c’è la Gran Bretagna, che è uscita dall’Unione europea, ma è ancora decisamente atlantica e cerca di essere sempre un passo avanti con l’America.

Siamo davanti allo scontro finale fra occidente e Russia? L’Italia se dovesse succedere non può fare niente perché non ha mezzi e possibilità di combattere. Il tipo di guerre che accadono oggi si basano sulla negazione del principio di realtà e quindi sono guerre fuori controllo. Viviamo in un contesto frammentato. La linea maestra dell’Italia è stata sempre quella di seguire l’America. Il problema è che oggi non si sa dove questa stia. Anche la Germania è in crisi dal punto di vista economico, commerciale ed energetico dopo aver chiuso i rubinetti del gas russo. Ha perso il mercato cinese e ha perso la sua capacità di essere riferimento degli altri paesi europei. Per noi italiani questo è molto grave visto quanto è importante il nostro export verso la Germania.

 

Nuova Atlantide N. 5 - Maggio 2022 / EUROPA

Europa

 

 

L'ITALIA DEGLI ANZIANI

Quali sono i problemi italiani? Il primo è la demografia, cioè le poche nascite. L’età mediana degli itali tende ai 50 anni quindi le premesse di sostenibilità di uno stato sociale vengono a cadere. Poi c’è il problema migratorio, che pone la domanda se importare figli. A differenza ad esempio dei polacchi, gli italiani non hanno alcuna volontà e capacità militare, in quanto siamo un popolo di anziani, mentre la Polonia è un popolo giovane.

Questo significa che l’Italia non si può affidare ad altri, come è sempre stato con l’America, ma deve cominciare a prendersi delle responsabilità. Ad esempio con la costruzione di canali regolari di immigrazione con cui importare forza lavoro e integrarla nel nostro sistema.

In più in Italia si eleggono governi di colori diversi che poi fanno le stesse cose perché mancano le risorse economiche. Per decenni, siamo resistiti nonostante il nostro enorme debito grazie al sostegno della Germania della Merkel, ma oggi i tedeschi sono stanchi di garantire questo nostro enorme debito.

BASE POPOLARE E POLITICA

Oggi manca la politica. Inoltre, del bene comune europeo si hanno idee diverse. Prendiamo l'Italia. La gente comune non conta nulla se non si costituisce in forma politica che non siano minestroni. I partiti oggi sono cartelli elettorali costituiti da decine di liste civiche che non hanno consistenza. Ragioniamo come ripartire dalla politica. Andando nelle scuole vedo come i giovani hanno la consapevolezza di non potersi aspettare più niente da noi adulti e anziani.

LA LOGICA DI PUTIN

Non penso che la logica di Putin sia pagante. Teniamo conto che la Russia si è sempre considerata grande potenza e allo stesso tempo soffre di senso di inferiorità. Putin aveva cercato di allearsi con l’America, aveva chiesto di entrare nella NATO e gli hanno riso in faccia. Voleva entrare a far parte del mondo delle super potenze dopo il crollo dell’Urss ma gli è stato negato. La guerra in Ucraina è in uno stallo. Putin pensava di vincere in due settimane e non c’è riuscito. Oggi non può mandare in guerra i giovani di Pietroburgo o di Mosca perché si rifiuterebbero, manda i russi “di periferia”. Non ha risorse per fare altri attacchi, ha costituito quattro linee difensive nel Donbass e si è fermato là. La Russia vorrebbe mettersi d’accordo con l’America ed è probabile che questo accordo si faccia perché l’America considera la Cina il vero nemico e anche la Russia ha paura di finire sotto il dominio cinese. In ogni caso se il bilancio della guerra in Ucraina è negativo per la Russia, è catastrofico per Kiev.

NARRAZIONE AL POSTO DELLA REALTÀ

La diplomazia si basa sul principio di realtà ma noi abbiamo trasformato la realtà in narrazione. C’è un problema culturale: nel momento in cui la politica cade raccontiamo cose false e diciamo che la guerra deve continuare. La Polonia è il paese più anti russo del mondo, ma si sta muovendo contro l’Ucraina per difendere il proprio export di grano. Una ricostruzione dell’Ucraina non è fattibile ci vogliono mille miliardi, troppi soldi. E non ci saranno Piani Marshall per l’Ucraina.

 

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