“Ecco le risorse che la nostra comunità civile possiede per vincere sfide epocali”. Tra i 14 intellettualli firmatari: Becchetti, Bentivogli, Cartabia, Magatti, Rosina, Vittadini
LA SCOMMESSA PER RICOSTRUIRE L'ITALIA
Se serve un piano B, vuol dire che il piano A non ha funzionato, ha detto uno dei promotori. Si intitola “Piano B, per una comunità civile in divenire”, è un manifesto firmato da 14 tra intellettuali, economisti, politici, giuristi, esponenti della società civile e del Terzo Settore: Leonardo Becchetti, Marco Bentivogli, Luigino Bruni, Marta Cartabia, Carla Collicelli, Chiara Giaccardi, Enrico Giovannini, Elena Granata, Luca Jahier, Mauro Magatti, Alessandro Rosina, Roberto Rossini, Paolo Venturi, Giorgio Vittadini.
“Povertà, inflazione, lavoro povero, diseguaglianze, transizione ecologica e digitale. Abbiamo di fronte sfide da far tremare i polsi, e questo vale non solo per l’Italia. Il vero limite del nostro Paese, però, è che non ci rendiamo conto di avere al nostro interno tutte le risorse per farcela” hanno detto i firmatari.
Mauro Magatti, sociologo dell’Università Cattolica di Milano, è entrato nel dettaglio: “Sì, è un progetto politico” ha detto. Aggiungendo che potrebbe essere “una nuova Camaldoli” (il documento programmatico stilato da un gruppo di intellettuali cattolici nel 1943 che sarebbe poi stato alla base della nascita della Democrazia Cristiana). I punti di partenza di questo manifesto sono stati identificati in alcune parole chiave: Origine, Europa, Beni comuni, Abitare, Sussidiarietà, Educazione, Generazioni, Lavoro, Investimento, Innovazione, Contribuzione e Giustizia.

Piano B, ecco lo “s-partito”
per lo sviluppo dell’Italia
UN PARADIGMA NUOVO
Scrive il quotidiano cattolico Avvenire: “La scommessa dei promotori, che provengono da diverse organizzazioni di area cattolica, è che esista già una nuova teoria economico-sociale, che sia «là fuori» e che si debba solo far emergere, darle voce, per poi consegnarla alla politica”.
Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, apprezza la «novità di metodo» che non parte da un accordo di vertice ma dalla condivisione orizzontale dei contenuti. Aggiunge l’economista Leonardo Becchetti: “Il nostro è il tentativo di connettere ciò che già c’è. Buone pratiche che abbiamo conosciuto. Vogliamo collegare il pensiero con queste realtà (...) Le associazioni che aderiscono a questo lavoro applicano già un paradigma nuovo, legato ai concetti di generatività, solidarietà e sostenibilità presenti nel magistero e nell’azione pastorale di papa Francesco, quindi si tratta di comunicare, contagiare e condividere, utilizzando come catalizzatori che già oggi coniugano profitto ed elevato impatto sociale ed ambientale”. Infine Chiara Giaccardi, sociologa ed esperta di comunicazione, ha spiegato che si tratta soprattutto di “vincere la memoria simbolica di questo tempo: attualmente, le parole sono usate per sterminare gli avversari e noi vogliamo recuperare invece una dimensione simbolica che rimette insieme, dia concretezza ai legami”.