La presentazione del Rapporto a Catania

«Infrastrutture e partecipazione:
serve modello sussidiario di dialogo»

  • 16 GEN 2024

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Giorgio Vittadini intervistato dal quotidiano La Sicilia. La presentazione a Catania del Rapporto 2023 della Fondazione per la Sussidiarietà: il Sud sconta ancora un deficit significativo con il resto del Paese

La Sicilia, 14 gennaio 2024 - “L’investimento in infrastrutture di qualità e nella loro gestione deve tenere conto di aspetti come la sostenibilità, il consumo di suolo e il coinvolgimento delle realtà locali - ha detto Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà - ma bisogna superare la contrapposizione tra Stato centrale, amministrazioni locali e società civile e perseguire una vera cultura della sussidiarietà che consiste nella collaborazione costruttiva tra diversi livelli di governo e con le comunità locali”. Vittadini è intervenuto alla presentazione del Rapporto 2023 Sussidiarietà e… governo delle infrastrutture tenutasi a Catania organizzata dal “Cantiere per Catania”e dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali. Ha coordinato i lavori l’ex prefetto di Catania Claudio Sammartino; sono intervenuti l’arcivescovo della città, Luigi Renna, il sindaco Enrico Trantino e il commissario straordinario del Governo per la Zona Economia Speciale della Sicilia Orientale, Alessandro Di Graziano.

 

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Rapporto 2023: "Sussidiarietà e...
governo delle infrastrutture"

 

La Sicilia, 12 gennaio 2024 - Vittadini è stato intervistato (da Gerardo Marrone) anche in anteprima del convegno sempre sul quotidiano La Sicilia: “Più che dal proverbiale mare di mezzo, dire e fare sono separati dalla concertazione che manca tra Stato, Regioni, enti locali, privati e non profit”. Questa “è la ragione del nostro ritardo con gli altri Paesi europei, è il motivo per cui abbiamo rimandato indietro circa il 90% dei fondi comunitari” ha detto. Aggiungendo che sussidiarietà significa “dialogo e collaborazione fra il settore pubblico e le realtà organizzate nella realizzazione del bene comune. I corpi intermedi, sia pubblici che privati, possono e devono collaborare e coprogettare soluzioni da costruire insieme. Questa è l’Italia virtuosa. È l’unico modo di esistere”.

Infine, a proposito dell’apporto che le imprese sociali possono avere per aiutare gli enti pubblici, ha detto che “è impossibile prescindere dai corpi intermedi. Se si prescinde dai bisogni della gente, espressi dalle associazioni, non si capisce davvero cosa serve quando si parla di infrastrutture. Se voglio fare passare una strada da un certo luogo, devo dialogare e sentire quali sono le esigenze delle persone che lì vivono. Non parlo, però, solo col singolo, bensì con le organizzazioni del territorio che perseguono il bene comune. Senza questo, si perde solo tempo, perché la gente non si lascia più imporre le scelte dall’alto”.

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