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Tre interviste di Giorgio Vittadini in occasione del Meeting di Rimini

Le vere priorità del Paese

  • 25 AGO 2023

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Lavoro, sanità, istruzione: su questi temi il Parlamento deve trovare il più possibile convergenze per il bene di tutti di lungo periodo

GIORGIO VITTADINI: MEETING 23

Intervistato dal Corriere della Sera (Cesare Zapperi), Avvenire (Paolo Viana) e Il Giornale (Serena Sartini), Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà ha fatto il punto su quanto è emerso sui temi cari alla Fondazione al Meeting di Rimini che si è concluso il 25 agosto. Sul Corriere, Vittadini esordisce sottolineando i temi di attualità stringenti per il bene comune di cui si è parlato al Meeting, “riscoprendo la capacità di convergere sulle soluzioni che aiutano il Paese a svilupparsi”. Quali sono questi temi? “Anzitutto, l’occupazione” dice Vittadini: “C’è la necessità di superare il modello neoliberista sposato un po’ da tutti negli ultimi trent’anni. Non funziona più. Bisogna rivalutare il ruolo dello Stato non per alterare le regole del libero mercato ma per tutelare le persone dalle sue storture”. Quindi il tema della sanità e dell’assistenza: “Anche qui bisogna cambiare paradigma. Serve più sanità pubblica e soldi spesi meglio”. Questo, spiega, nonostante il modello Lombardo abbia sostenuto la sanità privata: “All’inizio si è chiesto al privato di contribuire all’offerta di servizi sanitari pubblici. Il modello per un po’ ha funzionato in modo virtuoso. Ora si è perso il controllo, ma è successo in tutto il paese”.

Vittadini, riprendendo il cavallo di battaglia della Fondazione, spiega cosa significhi oggi sussidiarietà, che Stato e società debbano cioè collaborare di più: “Serve una vera alleanza in cui ciascuno metta in campo energie e competenze per dare risposte ai cittadini”. È critico, Vittadini, rispetto a quella che giudica una crescita economica debole, sottolineando la mancanza, da decenni, di una seria politica industriale e il fatto che nessuno parla di un modello economico che permetta uno sviluppo sostenibile di lungo periodo. In conclusione, nell’intervista al Corriere della Sera, sulle divisioni che caratterizzano lo scenario politico su questi temi, Vittadini cita Enzo Jannacci quando diceva che “ci vuole più umanità altrimenti ci rimettono soprattutto i più deboli e per questo aggiungeva: ci vorrebbe la carezza del Nazareno”.

L’autore dell’intervista pubblicata su Avvenire sottolinea come questo Meeting appena concluso sia stato caratterizzato essenzialmente da discussioni con a tema l’economia, dal lavoro agli algoritmi ai talenti, con la preoccupazione per una ripresa che non convince. Per Vittadini, il risultato di questo evento è stato che “la consapevolezza che alcuni concetti della dottrina sociale della Chiesa, in particolare la sussidiarietà e la solidarietà, non sono più di destra o di sinistra, ma sono patrimonio comune nella cultura collettiva. Abbiamo parlato di ineguaglianze con tanti interlocutori, tra cui il Presidente della Corte Costituzionale. Povertà e disuguaglianza alla lunga rendono un sistema insostenibile. Per questo non possono non diventare un terreno di dibattito di tutti”. Davanti a questo, la classe politica non sembra stare al passo con i tempi. In particolare, dice, la sinistra ha abbandonato questa battaglia e la destra non ha mai pensato a combatterla, ma oggi tutti si pongono il problema di uno sviluppo sostenibile anche sul piano sociale: “Questo è uno dei grandi risultati della dottrina sociale della Chiesa, culminata nella enciclica “Laudato si’, che come dice Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, non è più soltanto un patrimonio della Chiesa cattolica ma dell’umanità intera. Questa visione ha raccolto grandi consensi”.

 

Sciarra: il lavoro cuore

della democrazia

 

Il Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, nel corso dell’intervista, ammette che una idea diversa di sviluppo non si è ancora diffusa e che la finanza prevale sull’economia reale: “La dignità del lavoro si sta affermando, ma deve ancora essere formalizzata nel diritto. Come ha evidenziato la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra, nella società emerge, attraverso le esperienze che nascono dal basso, la rivendicazione della dignità del lavoro, che è alternativa tanto all’opzione dello sfruttamento quanto a quella dell’assistenzialismo”. Lo spazio dove questo si sta realizzando è il Terzo Settore, “già oggi uno spazio creativo in cui si realizza quest’evoluzione: la terza via, attraverso soluzioni concrete di lavoro dignitoso, soluzioni non conflittuali. Dovremmo essere tutti più consapevoli della necessità di sostenere questa evoluzione perché il lavoro è il fattore cruciale dello sviluppo in un Paese povero di risorse”.

In questo senso, per Vittadini ci sono alcuni passi da compiere, ad esempio riportare nella trattativa tra imprese e lavoratori il tema del salario minimo e il modo giusto per farlo sarebbe la concertazione che però, dice, “è stata cancellata negli ultimi 25 anni”.

Sempre a proposito di Terzo Settore, ricorda che si è aperta una nuova fase, seppure a macchia di leopardo, anche grazie alla co-programmazione e alla co-progettazione, nuove modalità di relazione tra enti pubblici e Terzo settore ispirate al principio di collaborazione. Questa innovazione è entrata in molte amministrazioni. In val di Taro, ad esempio, numerosi servizi pubblici sono affidati alle associazioni. È molto avanti anche il Comune di Milano. Purtroppo per passare da una legge ai decreti attuativi ci vuol troppo tempo”. A questo proposito, Vittadini sottolinea un punto fondamentale nella cultura stessa della sussidiarietà, che non va intesa come “meno Stato”, ma come uno strumento perché lo Stato sia più efficiente. 

Alla domanda quanto sia sensibile l’attuale classe politica al tema della sussidiarietà, il Presidente risponde dicendo che dipende dal percorso del singolo politico, se questi ha avuto un percorso che nasca dal territorio: “Sono tanti i professionisti della politica che hanno fatto la gavetta e comprendono che la politica è un servizio per il popolo e con il popolo. Certo, io sostengo che la politica è una professione: demonizzare questo concetto ci ha portato a impoverire la rappresentanza, non a valorizzarla”.

La preoccupazione per lo scenario economico è stata espressa anche nel corso dell’intervista che Giorgio Vittadini ha rilasciato a Il Giornale e la sussidiarietà viene proposta ancora come la strada più efficace. L’Italia cresce poco, ha detto “in uno scenario dominato dalla guerra e dall’inflazione. L’occupazione è salita, ma siamo fra i peggiori in Europa per disoccupazione giovanile e femminile. Crescono povertà e ineguaglianze. L’Italia è in difficoltà per individualismo, sfiducia e indebolimento dei legami personali e familiari”. Per ovviare a questo scenario. Vittadini punta su un maggiore uso della cultura della sussidiarietà, in modo da spingere a mettersi insieme nelle comunità e nei corpi intermedi, per realizzare soluzioni condivise. “Nessun governo può farcela da solo” aggiunge. “Nel Rapporto annuale della Fondazione è emerso che chi partecipa ad attività sociali e di volontariato accresce le possibilità di occupazione, grazie alla rete di contatti e solidarietà”.

 

Il Rapporto

sulla Sussidiarietà

 

Anche in questa intervista Vittadini mette al primo posto tra i temi che bisogna affrontare per rimediare alla crisi lavoro e sanità: “Innanzitutto il lavoro, con la creazione di strumenti per realizzare una piena e dignitosa occupazione. Poi la sanità, che sta diventando una emergenza: non può essere un servizio solo per chi può permetterselo. Quindi l’istruzione e la formazione, che rappresentano il futuro del Paese. Il tema di fondo è relativo alle risorse e a come impiegarle: occorre un approccio nuovo, creativo, che riguarda il modello di sviluppo, che non può essere né neoliberista, né assistenzialista”.

Lo strumento principale su cui puntare “è la valorizzazione del Terzo settore, perché per far fronte alla povertà servono comunità, contesti in cui poter far fronte a diversi bisogni. Pensiamo al ruolo chiave svolto da Caritas, Banco Alimentare e a tanti altri enti non profit”. Tornando al tema del lavoro, il Presidente spiega che è necessario investire di più sull’istruzione e sulla formazione, anche professionale: “Una ricerca condotta dalla Fondazione per la sussidiarietà per Randstad, ha mostrato che tre quarti dei laureati trovano un impiego entro cinque anni. Ma le offerte di lavoro sono concentrate al nord e richiedono sempre delle competenze trasversali, le soft skills. Un altro tema chiave è la conciliazione tra lavoro e vita privata che penalizza in particolare le donne”.

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