Atenei non torri d’avorio, ma aperti e tesi a sostenere la crescita culturale e
sociale del territorio. Dibattito su problemi e prospettive della realtà italiana e confronto con l’esperienza degli Stati Uniti
Didattica e ricerca: non ha altre “mission” l’università? La domanda s’impone e infatti si è coniata l’espressione “terza missione”, riferendosi all’impatto sul territorio e la società. Il Dipartimento Università della Fondazione per la Sussidiarietà vi ha dedicato un incontro di approfondimento, coordinato da Michele Faldi e aperto dal responsabile del Dipartimento stesso, Salvatore Ingrassia, al quale sono intervenuti:
· Remo Morzenti Pellegrini, Professore di Diritto amministrativo, già Rettore dell'Università degli Studi di Bergamo
· Riccardo Pietrabissa, Rettore della Scuola Universitaria Superiore IUSS, Pavia
· Martina Saltamacchia, Professore di Medieval History, University of Nebraska, Omaha, USA
08’ – Il professor Pietrabissa vede la terza missione presente tra i fattori fondativi dell’Università stessa: il sapere (ricerca ed education) in funzione del progresso e del benessere sociale. Ma questa dimensione emerge di fatto occasionalmente, perché non è istituzionalizzata.
14’ – Remo Morzenti segnala che spesso la terza missione viene fatta coincidere con la valorizzazione economica della ricerca, mentre non va trascurato l’altro aspetto, education e ricerca al servizio della crescita culturale e sociale di una comunità. In questo senso la terza missione deve comportare un bilanciamento delle altre due.
22’ - Terza missione non è espressione in uso nelle università americane, dove si parla di “servizio”: all’università stessa (per l’amministrazione), alla professione (conferenze, lezioni pubbliche, ecc.), alla comunità. Lo sottolinea Martina Saltamacchia, che in America vive e insegna. “Didattica, ricerca e service – dice la storica del Medioevo – sono una triade sin dall’inizio del ‘900. “Princeton al servizio della nazione e dell’umanità”, recita il claim di quell’università. L’idea di service si attua ed è verificata soprattutto perché le università sono finanziate dalle tasse versate dai cittadini di questo o quello Stato. Più in generale, affermano la dimensione di servizio le metropolitan university, non necessariamente statali, in cui si documenta la consapevolezza del proprio ruolo nell’ambito sociale. Il successo dell’Università è il successo di Omaha, e viceversa.
32’ – Un secondo giro di interventi riguarda l’individuazione dei fattori che possono aiutare lo sviluppo della terza missione in Italia. I docenti stessi, che devono comprendere che la complessità impone la caduta dei muri disciplinari e la messa a sistema delle conoscenze e delle acquisizioni. Un esempio dall’Italia: corsi inter-ateneo; dal Nebraska: la ricerca su terrorismo e violenza interdisciplinare, “immediata” e sistematica.
54’ – Dopo brevi risposte alle domande dei partecipanti, una parola per definire il “nemico” della terza missione: la sottovalutazione della sua importanza (Pietrabissa), la miopia dell’utilitarismo immediato (Morzenti), la comfort zone della torre d’avorio (Saltamacchia).