Economia > Lavoro
Manifesto dell'Intergruppo parlamentere per la Sussidiarietà

Il primo capitale è la persona
Formare è investimento non costo

  • 22 AGO 2024

Condividi

Le tesi esposte al Meeting di Rimini. Occorre una svolta culturale che coinvolga mondo produttivo e istruzione universitaria e professionale. E la politica deve cercare una visione unitaria che vada oltre le appartenenze partitiche

Il primo capitale dell'impresa è la persona e la politica industriale deve essere innanzitutto una politica per l'uomo. Le sfide che condizionano il presente, dalle transizioni ecologica e digitale alla produttività stagnante, non possono essere affrontate se non in una prospettiva in cui non si guarda solo alle «risorse umane», ma alla persona nella sua complessità.

L'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà ha lavorato quest'anno a questi temi, che saranno al centro di due incontri del Meeting di Rimini il 23 e il 25 agosto. L'evoluzione dell'intelligenza artificiale, che guida oggi tutti i dibattiti su cambiamento, competitività, occupazione e produttività, è estremamente emblematica della necessità di decidere se considerare le persone come meri esecutori o come i veri motori dello sviluppo. Le nuove tecnologie, infatti, scatenano il proprio potenziale nella misura in cui chi le adopera è capace di creatività, pensiero critico, innovazione e proposizione.

Per rimettere la persona al centro dell'impresa occorre innanzitutto tutelare la qualità della formazione e il nesso tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro, di cui due punti focali (anche se non gli unici) sono il rapporto tra università e impresa e la valorizzazione dell'istruzione tecnica e professionale. Il tema della formazione non va letto solo in termini quantitativi di scarsità di laureati in materie tecnico-scientifiche, ma innanzitutto in termini qualitativi di apertura al mondo produttivo e imprenditoriale.

L'università deve avere come missione anche quella di essere in contatto stretto e continuativo con il mondo del lavoro perché solo così è possibile non solo una formazione seriamente orientata ai bisogni di questo mercato, ma anche l'ampliamento delle opportunità di upskilling e reskilling che rappresentano oggi una necessità non solo economica, ma anche sociale. Al tema della qualità delle università fa eco quello della qualità delle imprese, che dipende anche dalla modalità in cui è concepito il valore. Le persone diventano il primo vero capitale quando la voce «personale» cessa di essere «costo» e diventa «investimento», e perché avvenga questo - una svolta prima di tutto culturale - è necessario partire da un cambiamento fattuale tale per cui le spese che determinano il potenziale del personale possano essere equiparate normativamente e fiscalmente a tutte le altre spese per l'incremento della produttività.

Se il tema del capitale è così importante per la produttività da aver richiesto leggi che finanziano l'investimento in capitale fisico, come mai l'investimento in capitale umano - soprattutto quello rivolto all'acquisizione delle non cognitive skills - non può essere per esempio ammortizzato nei bilanci? Esiste un nesso tra l'aumento del Pil e l'aumento della qualità dell'istruzione, come dimostrano i paesi del far east, che sono quelli che hanno investito di più in questo ambito riuscendo a costruire un sistema di istruzione di alto livello. Da qui nasce la nostra riflessione e il tentativo, sostenuto dal supporto scientifico della Fondazione per la Sussidiarietà e dal nostro partner tecnico PwC Italia consapevoli dei limiti e delle difficoltà di bilancio -, di lanciare una nuova proposta che si ispiri al principio «più formi, meno paghi».

Il primo capitale dell'impresa è la persona: serve dare un segnale di novità culturale, esattamente come accadde con la prima legge proposta dall'Intergruppo, che nel 2005 istituì il 5 per mille introducendo la possibilità di scegliere a chi destinare una parte delle tasse. Le risorse finanziarie, esigue nella prima fase, aumentarono strada facendo, cambiando il mondo del terzo settore e il rapporto del cittadino con il fisco. Su temi come questi occorre un'unità che prescinda dalle appartenenze politiche e sia capace di una visione comune, per non disperdere le risorse in innumerevoli rivoli che non arrivano al mare.

«Industria 4.0» ha funzionato perché è stata una prospettiva condivisa in cui si è messo a fattor comune il pensiero di tanti. Su welfare, scuola, formazione e qualità delle imprese occorre una politica che superi i cambiamenti di governo e viva del dialogo tra Parlamento e imprese e che, nelle legittime diversità culturali e politiche, persegua lo sviluppo integrale e il benessere reale delle persone, dunque del paese.

Maurizio Lupi presidente dell'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà; Anna Ascari, Elena Bonetti, Guido Castelli, Alessandro Cattaneo, Alessandro Colucci, Paola De Micheli, Graziano Delrio, Annamaria Furlan, Maria Chiara Gadda, Massimo Garavaglia, Maurizio Gasparri, Mariastella Gelmini, Lorenzo Malagola, Simona Malpezzi, Marco Meloni, Giorgio Mulè, Marco Osnato, Nazario Pagano, Raffaella Paita, Stefano Patuanelli, Fabio Rampelli, Massimiliano Romeo, Licia Ronzulli, Ettore Rosato

 

 

 

 

Clicca qui!