"Serve un nuovo
modello di sviluppo"

  • 21 AGO 2024

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Giorgio Vittadini intervistato dal Corriere della sera. Firma anche un articolo su Il Giornale e uno su Il Sole 24 Ore. La necessità di un nuovo stato sociale che unisca pubblico e privato e l'importanza del capitale umano

Corriere della Sera, 20 agosto 2024 - Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà, è stato intervistato da Cesare Zapperi sulle prospettive “per dare sviluppo al Paese”. “La situazione è drammatica” ha detto Vittadini “è necessario individuare una serie di obbiettivi di lungo periodo su cui unire le forze del Paese”. Poi punta il dito contro la finanziarizzazione dell’economia che “perde di vista l’economia reale e il lavoro”. Preoccupati di “muovere capitali, sembra ci si dimentichi che stato sociale e capitale umano sono fattori fondamentali dello sviluppo”.

Lo sviluppo deve essere sviluppo integrale del Paese, aggiunge Vittadini. “Da decenni non si vede una politica industriale. Il nostro livello di produttività è tra i più bassi in assoluto. Cresciamo, ma poco, e lo facciamo in settori a scarso valore aggiunto (…). Serve una visione di lungo periodo, che vada al di là del singolo governo”. Concretamente, sostiene Vittadini, “bisogna aumentare un circolo virtuoso che parta dalla crescita delle aziende. Questo a cascata porterebbe a un aumento dei posti di lavoro, migliori condizioni salariali, maggiore capacità di spesa dei cittadini”. Con un consiglio finale al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Sappia trovare punti di convergenza i più ampi possibili. Serve dialogo e non contrapposizione”.

Il Giornale, 20 agosto 2024 - Nella stessa giornata Giorgio Vittadini propone un articolo a sua firma in cui approfondisce il tema dello stato sociale come parte fondamentale dello sviluppo integrale del Paese, in un momento storico, dice, in cui “crescono ogni anno le famiglie in povertà assoluta e le richieste di supporto da parte di cittadini e famiglie in difficoltà economica (525mila persone prese in carico per problemi di povertà nel 2021, da 500mila nel 2020 e 430mila ne3l 2019)”. Il welfare state è parte integrante del sistema paese, che deve far fronte a una situazione in cui, dice, “i mutamenti demografici previsti nei prossimi decenni porteranno a una progressiva frammentazione delle famiglie e all’aumento del numero degli anziani e delle persone con patologie croniche con impatti sociali, sanitari ed economici significativi”. Davanti a questo quadro, la spesa corrente impegnata dai Comuni per i servizi sociali “si è mantenuta al di sopra del 40% nell’ultimo decennio”, servizi che “vedono un apporto decisivo da parte delle cooperative e degli altri enti privati che operano sul territorio (…) è il caso dei centri e delle strutture residenziali per minori e persone disabili”. Ma, dice Vittadini, “le possibilità offerte dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 131/2020 (…) possono moltiplicare questo apporto in una visione di reale partenariato, rapporto tra amministrazione pubblica e realtà non profit generata dai cittadini”.

Il Sole 24 Ore, 21 agosto 2024 - Articolo a firma Giorgio Vittadini sul quotidiano economico dal titolo “La produttività riparte investendo in formazione”. Il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà prende in esame la situazione di rallentamento della produttività negli ultimi 15 anni nella maggior parte delle economie avanzate evidenziando come il nostro Paese sia quello con la crescita della produttività più bassa: “Il Pil” dice “è cresciuto di solo l’1,3% tra 2007 e 2023, contro il 3,6% di Francia, 10,5% in Germania e il 15,2 in Spagna”. Vittadini evidenzia come i dati indichino che nei prossimi anni si assisterà in Italia a un “grande spostamento della forza lavoro dai settori caratterizzati da una produttività elevata ai settori con una bassa produttività”. Per Vittadini, “la crescita del Pil è correlata anche all’investimento in capitale umano”, spesa, spiega, che “è considerata un costo sociale e non un vero investimento (…) L’ultima indagine sulla formazione professionale continua (Cvts) mostra che la spesa delle aziende italiane vale appena l’1% del Pil” mentre “la spesa delle imprese tedesche e francesi si attesta sullo 0,32%”. L’Italia quindi è in “enorme ritardo nel momento in cui l’intelligenza artificiale sta prendendo piede”. Davanti a questo quadro, conclude Vittadini, “la riforma del 4+2 che diminuisce il tempo della media superiore e incentiva il terziario professionale può essere utile per un Paese industriale come il nostro (…) Rimane da mettere mano al cambiamento più importante: rilanciare la politica industriale, vero fantasma della Seconda Repubblica”.

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