La sussidiarietà, presente nell'articolo n. 8 della Costituzione, è un principio che regola i rapporti tra istituzioni, formazioni sociali e cittadini. Afferma la priorità delle iniziative che nascono «dal basso» e impone ai livelli superiori di non sostituirsi a quelli inferiori, ma di sostenerli e svilupparli. Il termine è stato coniato dalla Dottrina sociale cattolica, ma il suo significato affonda le radici nella tradizione classica del pensiero occidentale.
Il principio viene vissuto per lo più come affermazione del primato della persona sullo Stato e come colonna portante della costruzione europea (Trattato di Maastricht). Oggi, nel mondo globalizzato, finanziarizzato, e alla ricerca di un nuovo ordine, una società sussidiaria è baluardo della democrazia e dello sviluppo sostenibile.
La sussidiarietà verticale riguarda la titolarità delle funzioni amministrative tra Stato centrale, Regioni, Province e Comuni. Quella orizzontale considera il rapporto tra persone, corpi sociali e pubbliche istituzioni. Il comma 4 dell'articolo n. 8 prescrive a tutti gli enti pubblici di «favorire l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale». Quest'ultima disposizione chiama in causa gli Enti del terzo settore (Ets): la loro presenza sul territorio è, infatti, funzionale alla costruzione di una società solidale, non ridotta ad un insieme di individui senza nessi tra loro. Gli Ets, che agiscono secondo logiche non profit, sono chiamati dal Codice del Terzo settore a collaborare con la pubblica amministrazione nelle forme della cosiddetta «amministrazione condivisa» per progettare e realizzare i servizi pubblici secondo la loro specificità.
La sentenza n.131 del 2020 della Corte Costituzionale stabilisce che le logiche concorrenziali, regolate dal Codice degli appalti in attuazione delle norme europee, non sono l'unica forma tramite la quale la pubblica amministrazione agisce per erogare i servizi pubblici. Gli Ets entrano in rapporto di rete con la pubblica amministrazione su un piano paritario. Conoscenza del bisogno, tavoli di programmazione e di co-progettazione, innovazione nei servizi e valutazione della qualità degli stessi sono i pilastri di un nuovo modo di pensare alla pubblica amministrazione e alle sue funzioni.
* Pubblicato su Buone Notizie, inserto del Corriere della Sera