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In libreria dal 23 febbraio

Piano B. Uno spartito
per rigenerare l'Italia

Un manifesto per promuovere la crescita e la vitalità della società civile. 14 intellettuali, tra cui Becchetti, Bruni, Cartabia, Giaccardi, Giovannini, Magatti, Rosina, Vittadini propongono un nuovo paradigma, declinato in diciassette parole fondative. Tra cui la sussidiarietà

Pubblichiamo in anteprima un estratto dal capitolo a firma di Giorgio Vittadini sul tema Sussidiarietà, tratto dal libro "Piano B. Uno spartito per rigenerare l'Italia" (Donzelli Editore) 

"Sussidiarietà è parola prima di ogni buona comunità e società. La raccomandazione del principio di sussidiarietà è semplice: il primo che deve agire ed essere ascoltato è quello più vicino al problema, e tutti gli altri attori devono intervenire solo dopo per aiutare (in ‘sussidio’) chi è più prossimo alla situazione da gestire. Le applicazioni più note del principio di sussidiarietà sono quelle politiche (verticali e orizzontali), talmente note che si finisce per dimenticare che la sussidiarietà ha una portata molto più vasta.

L’origine della sussidiarietà si trova nel pensiero di Aristotele e poi di San Tommaso d’Aquino, e quindi nella tradizione liberale e federale. Ma il principio di sussidiarietà la troviamo già nella Bibbia. La sua prima radice è una dimensione cognitiva, riguarda la conoscenza. Chi è dentro un problema, o chi gli è più vicino, ha il diritto-dovere alla prima mossa perché ha una conoscenza diversa e in un certo senso superiore di quella di chi è “fuori” dal problema o comunque più distante (la distanza prende varie forme). Non è l’unica conoscenza in gioco, ma deve venire prima se prendiamo sul serio le persone. Chi è dentro il proprio problema possiede un accesso alla realtà diverso e necessario. Perché la realtà ha una sua forza di verità, espressa da una frase molto amata da Papa Francesco: “La realtà è superiore all’idea” (EG, 233), cioè all’idea che si fa della realtà chi è lontano da essa.

La migliore formulazione di questo complesso insieme di pensieri e di valori, che si condensa nel principio in esame, resta quella elaborata nell’Enciclica Quadragesimo Anno del 1931 che così recita: “…deve tuttavia restare saldo il principio importantissimo nella filosofa sociale: che siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare. Ed è questo insieme un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società; perché l’oggetto naturale di qualsiasi intervento della società stessa è quello di aiutare in maniera suppletiva le membra del corpo sociale, non già distruggerle e assorbirle…”. 

Nei documenti costituzionali nazionali ed europei la sussidiarietà viene primariamente riferita al riparto delle funzioni tra diversi livelli di governo: per l’Europa essa è invocata per lasciare margini di libertà agli Stati membri, mentre in Italia il principio comporta sia la distribuzione delle funzioni amministrative (e di conseguenza anche quelle legislative) tra lo Stato e i diversi enti locali,   (art. 118 Cost., I comma) sia la sussidiarietà orizzontale  “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.”  ( art. 118  IV comma) 

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  • Editore Donzelli
  • Anno 2024
  • Pagine 144
  • Prezzo 16.00 €
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