Il Terzo settore si muove. E muove: oltre un milione di posti di lavoro, più di cinque milioni di volontari. Si tratta di un sicuro protagonista, esempio di modello virtuoso che sa coniugare ricchezza sociale con ricchezza economica. Promuovendo uno sviluppo che si fonda su: solidarietà, inclusione, partecipazione, sostenibilità. “C’è però necessità di un balzo in avanti culturale, di una presa di consapevolezza soprattutto nei decisori politici, per accorciare la forbice tra il ruolo che il Terzo settore già ricopre in termini di sviluppo sociale ed economico e la sua importanza all’interno dell’agenda politica”. L’impegno sussidiario del Forum del Terzo Settore è quello di proporsi come soggetto dialogante (e oggettivo collante di tenuta democratica del sistema Paese in un lungo inverno di disaffezione dei cittadini/persone) con tutte espressioni del pubblico. Nelle partite più importanti. E, considerate le grandi opportunità offerte dal PNRR, di collaborare per la realizzazione di interventi di politiche sociali efficaci. E così approfondire la transizione ecologica e digitale. Come si legge nel suo Manifesto per un nuovo sistema di welfare.
Se da una parte il dualismo tra Stato e mercato continua a essere predominante nelle teorie di politica socio-economica, dall’altra il Terzo settore ha già conquistato, nei fatti e da molto tempo, uno spazio di primaria importanza nell’assetto sociale, civile ed economico del Paese: ne è un attore fondamentale, che gli sia più o meno riconosciuto questo ruolo.
Il Terzo settore produce oltre 1 milione di posti di lavoro in Italia e mobilita più di 5 milioni di volontari. L’impatto economico reale del non profit, in base ai dati della Fondazione per la Sussidiarietà, sfiora i 100 miliardi di euro. Con caratteristiche del tutto peculiari, che lo diversificano profondamente da realtà a esso assimilabili nel resto d’Europa, il Terzo settore italiano rappresenta un modello virtuoso che riesce a coniugare ricchezza sociale con ricchezza economica.
Non solo sta resistendo, molto meglio di altri “comparti”, alla crisi legata alla pandemia, ma proprio nei momenti più critici dell’emergenza sanitaria è riuscito a dare un contributo enorme al tessuto sociale, arginandone il processo di sfilacciamento e offrendo punti di riferimento solidi e soluzioni laddove né il pubblico né il privato arrivava. E continua a farlo, contrastando la preoccupante crescita di povertà, disuguaglianze e divari territoriali e proponendo uno sviluppo basato sulla solidarietà, l’inclusione, la partecipazione e la sostenibilità.
Le capacità di un innovativo universo sociale
Il principio di sussidiarietà introdotto in Costituzione ha riconosciuto la sinergia tra il pubblico e gli enti di Terzo settore (ETS), caratterizzandosi questi ultimi per lo svolgimento di attività di interesse generale, dunque rivolte a tutti i cittadini. La sentenza 131 del 2020 della Corte Costituzionale segna un ulteriore, importante, passo avanti nel riconoscimento del ruolo del Terzo settore, nel momento in cui individua nei rapporti tra ETS e pubblica amministrazione, “una delle più significative attuazioni del principio di sussidiarietà orizzontale valorizzato dall’art. 118, quarto comma, della Costituzione”.
Grazie anche alla riforma del Terzo settore, oggi abbiamo i preziosi strumenti dell’amministrazione condivisa (co-programmazione, co-progettazione e convenzioni) per far sì che il potenziale di competenze e di visione delle realtà sociali possa esprimersi contribuendo all’ideazione e alla realizzazione di politiche sociali efficaci, realmente rispondenti ai bisogni delle persone e dei territori. C’è però necessità di un balzo in avanti culturale, di una presa di consapevolezza soprattutto nei decisori politici, per accorciare la forbice tra il ruolo che il Terzo settore già ricopre in termini di sviluppo sociale ed economico e la sua importanza all’interno dell’agenda politica.
Non valorizzare al massimo le capacità di questo universo sociale, peraltro, indebolisce la partecipazione alla vita democratica del Paese ed è dunque controproducente nell’ottica di avvicinare i cittadini alle istituzioni: obiettivo, questo, che uno Stato che attraversa una crisi di partecipazione come il nostro non può non perseguire.
L’impegno del Forum del Terzo Settore nel promuovere dialogo e confronto con le istituzioni e offrire la propria collaborazione è sempre più forte, alla luce della crisi che attraversa l’Italia a seguito della pandemia, della guerra e dell’emergenza energetica, ma anche viste le grandi opportunità offerte dal PNRR per realizzare interventi di politiche sociali efficaci e approfondire la transizione ecologica e digitale.
Il nostro Manifesto per un nuovo sistema di welfare va in questa direzione, individuando in una sempre maggiore integrazione tra sanitario e sociale una delle chiavi principali per far sì che le condizioni di bisogno, disagio o emarginazione in cui le persone possono imbattersi, anche per periodi limitati della vita, possano essere affrontate non solo con strumenti assistenziali e di cura, ma anche e soprattutto rendendo le stesse persone protagoniste di un processo di emancipazione da quelle condizioni. La formazione, lo sport sociale, la cultura, lo sviluppo delle comunità educanti, l’inclusione lavorativa, la socialità, sono tutti esempi di strumenti fondamentali per questo scopo, che vanno sviluppati e valorizzati, con il Terzo settore e per il progresso di tutto il Paese. Così come vanno sviluppate e valorizzate le esperienze di economia sociale diffuse sui territori, in grado di generare ricchezza promuovendo allo stesso tempo la partecipazione e la sostenibilità, ambientale ed economica.
Non si può negare che senza il Terzo settore verrebbero a mancare nel nostro Paese non solo servizi, ma soprattutto occasioni di crescita individuale e collettiva, spazi di socialità e di partecipazione. Né si può più pensare che il suo ruolo sia quello di compensare le mancanze del pubblico, se non addirittura sostituirsi ad esso. È la Costituzione a indicarci la strada della sussidiarietà e a riconoscerne il valore: si trasformi questo principio in realtà.